Teatro

Benevento Città Spettacolo, appena concluso, pensa già al futuro

Benevento Città Spettacolo, appena concluso, pensa già al futuro

“Labirinti della memoria ed enigmi del presente”, questo il tema che caratterizzerà l'edizione 2012 del BENEVENTO CITTA' SPETTACOLO, la trentatreesima, e la terza della direzione artistica di Giulio Baffi, riconfermato alla guida proprio all'indomani della chiusura dell'edizione trentadue. Un'edizione, quella appena conclusa che ha portato nel capoluogo sannita almeno due momenti di esclusiva validità artistica, ovvero i tre episodi della “Wunderkammer” di Ricci Forte, ed il percorso sensoriale ideato e realizzato dal regista columbiano Enrique  Vargas “Fermentacion”.  Per quel che riguarda “Wunderkammer”, i tre episodi portati a Benevento, ispirati alla produzione letteraria di Marlowe, “Didone”, “Tamerlano” ed “Edoardo II”, hanno confermato la straordinaria vena creativa della coppia di registi, drammaturghi e sceneggiatori Stefano Ricci e Gianni Forte, forse la realtà più interessante del nuovo teatro italiano, che riesce ad emozionare e coinvolgere il pubblico più disparato con una visionaria e spietata visione della contemporanea impossibilità di amare e comunicare, un esempio di come anche il linguaggio meno elementare, se dettato da autentica ispirazione, riesce sa raggiungere il grande pubblico. Di tutt'altra natura, invece, il prodotto artistico di Vargas, ancora una volta impegnato in una personale ricerca, attraverso i cinque sensi, della natura dell'uomo, in “Fermentacion” egli prende spunto dalla nascita del vino, attraverso il mutarsi dell'uva, ed accompagna il pubblico in un percorso fatto di silenzio, buio e comunicazione tattile. A questi due straordinari eventi non possiamo non aggiungere  “Mi manca la giraffa” il visionario, dissacrante e coinvolgente spettacolo firmato Paolo Coletta, nella triplice figura di drammaturgo musicista e regista, che propone una sorta di personalissima analisi sullo stato attuale del teatro italiano, attraverso figure emblematiche e che vengono incarnate sul palco da quattro validi interpreti: l'ottimo Massimo Masiello, tra i nostri più poliedrici artisti della scena, il più che promettente Stefano Ferraro, Adriano Mottola, a cui viene affidato il momento di maggior pathos scenico, quando evoca la figura del compianto Annibale Ruccello, e l'irresistibile Nicola Vorelli, in gran forma interpretativa, tutti e quattro recitano, cantano e ballano nella migliore tradizione del musical, un testo non sempre di facile interpretazione, trapuntato di citazioni colte che rimandano all'universo personale dell'autore, ma che, grazie anche alle bellissime canzoni, in parte originali ed in parte attinte dal repertorio che fu del Quartetto Cetra, eseguite con l'accompagnamento di una straordinaria band, riesce a trovare l'universalità comunicativa della vera arte. Di tutt'altro tenore, purtroppo, l'altro spettacolo musicale inserito nel cartellone del festival, la forse più deludente delle rappresentazioni in scena in questa edizione, anche perché preceduta da grandi attese. Si tratta di “Marechiaro” di Mariano Bauduin, che, nonostante l'interessante lavoro musicale eseguito in collaborazione col Maestro Roberto De Simone, in cui musiche della tradizione classica napoletana si fondono con il repertorio del grande Cole Porter, e nonostante la presenza di interpreti eccellenti quali Antonella Morea, Lalla Esposito, Franco Iavarone e Giovanni Mauriello, non è riuscito a catalizzare l'attenzione del pubblico presente al Teatro Romano, respinto da un testo incomprensibile nella sua incompletezza drammaturgica, da una regia un po' distratta e da ingenuità tecniche non degne di cotanto progetto, insomma, un'occasione mancata. Del festival, oltre quanto già detto, cos'altro resterà?  Sicuramente l'interessante iniziativa di “Raccontami”, quest'anno ispirata all'Unità d'Italia, che in siti dislocati nel centro storico beneventano hanno visto in scena artisti quali Nunzia Schiano, Gea Martire, Rosaria De Cicco, Rosario Sparno, Alfonso Postiglione e Gabriele Saurio su testi dei più quotati autori della nouvelle vogue partenopea, ed interessante, pur se a nostro avviso poco pubblicizzata, è  l' iniziativa ispirata al  Premio Strega, “Racconti Stragati”, che ha visto partecipare nomi di grande richiamo quali Leo Gullotta, Lunetta Savino, Amanda Sandrelli e Iaia Forte, nel confrontarsi coi testi di maggior successo tra gli ultimi finalisti al premio letterario più importante d'Italia. Un' idea di Baffi che si è rivelata vincente, anche se un po' trascurata dall'informazione. Per finire ricordiamo quattro eventi che hanno arricchito il cartellone del festival, a cominciare dal già da noi recensito spettacolo d'apertura di Nicola Piovani sul mito di Ulisse,  per passare reading di cui è stato protagonista Toni Servillo su un racconto di Kafka, e poi la prima di “Ferito a Morte” tratto dal romanzo di La Capria per la regia di Claudio Di Palma e con Mariano Rigillo come protagonista che vedremo nella prossima stagione dello Stabile di Napoli, e, infine, il concerto di chiusura di Max Gazzè, che ha raccolto entusiastici consensi. Un festival, questo di Benevento, che sicuramente subisce l' handicap  di fronteggiarsi con un gigante quale il Napoli Teatro Festival, vicino logisticamente e temporalmente, altre alle non trascurabili difficoltà economiche dettate dai tagli alla cultura, ma che puntando meno sulle grandi produzioni e più sulla singolarità di un teatro giovane,originale e non necessariamente dispendioso, così come è avvenuto quest'anno per i progetti più riusciti, potrebbe vincere la battaglia di Davide contro Golia.